La creatività della scienza e la pila di Alessandro Volta – “pioniere” della sostenibilità
Fiere di Parma, dal 1° al 9 ottobre, 2022
In mostra presso il polo fieristico anche i disegni delle sorelle Fontana figure esemplari dell’imprenditoria al femminile e ambasciatrici del Made in Italy, le immagini tratte dall’archivio di pellicole realizzate dal fotografo piemontese Adriano Scoffone che immortala la sfida automobilistica Cuneo-Colle della Maddalena e le fotografie della nuova collezione di Fiere di Parma.
(Parma, 9 settembre 2022) – Piero Angela diceva che “la creatività è soprattutto la capacità di porsi continuamente delle domande”. Proviamo a immaginarci Alessandro Volta, nel 1776, mentre osserva, per la prima volta, lungo il Lago Maggiore uno strano fenomeno, “l’aria infiammabile nativa delle paludi”. Ne rimane affascinato e subito, come ogni ottimo scienziato, corre in laboratorio per realizzare studi ed esperimenti con quelle “arie infiammabili”, che lo porteranno a creare la cosiddetta Lampada perpetua di Volta, utilizzando un gas che oggi, complice l’attualità, abbiamo imparato a conoscere molto bene: il metano.
Osservazione e creatività, intesa come “capacità di porsi continuamente delle domande”, sono alla base di molte delle scoperte e invenzioni di Alessandro Volta, compresa quella più famosa di tutti, la pila. In un periodo in cui nulla funzionava attraverso l’elettricità, l’inventore comasco immagina e poi realizza un congegno che oggi fa funzionare un iPhone così come una Tesla, e molto probabilmente ci guiderà nella transizione verso un mondo più sostenibile.
Lampi di creatività, o per meglio dire “Lampi di genio, Alessandro Volta precursore della sostenibilità”, titolo dell’esposizione che Mercanteinfiera (1-9 ottobre), dedica al grande inventore, realizzata in collaborazione con il Museo della Seta di Como, il Setificio Paolo Carcano, la Fondazione Setificio, l’Associazione Ex Allievi del Setificio di Como, i Musei Civici di Como, il Museo Casartelli, il Liceo Classico e Scientifico Alessandro Volta, la Fondazione Alessandro Volta e le Società Palchettisti Teatro Sociale di Como.
In mostra non solo la famosa Pila di Volta a dischi in zinco e rame, ma anche alcuni pezzi rari, come la litografia di Marcello Dudovich, che rappresenta l’Esposizione Internazionale del 1899 in occasione delle celebrazioni voltiane. Un’esposizione che vuole raccontare la “creatività” di Alessandro Volta, la sua capacità di “design scientifico”, realizzando una serie di strumenti e device dove sembrano confluire, come ricorda Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane, citando Carlo Emilio Gadda, “tutta una molteplicità di causali convergenti”: un inestricabile combinazione di immaginazione, sapere scientifico, innovazione e tecnologia.
“In questa mostra – spiega Ilaria Dazzi, Exhibition Director – proviamo raccontare il potere dell’immaginazione e della creatività, il ruolo che giocano anche nel mondo della scienza, che non poche volte, per le sue ricerche, invenzioni e scoperte, ha spesso tratto ispirazione dall’arte, dalla letteratura e, come ci mostrano gli studi di Alessandro Volta sul metano, dai fenomeni del mondo naturale. È una mostra, che raccogliendo la grande lezione divulgativa di Piero Angela, vuole portare la scienza in luoghi diversi e insoliti, come MercanteinFiera, per poter avvicinare un sempre maggior numero di persone alla cultura scientifica. E raggiungere il pubblico dei ragazzi, proponendo loro una narrazione che parta dagli oggetti, dietro cui spesso si nascondono storie che ci ricordano il grande valore della curiosità, del saper osservare il mondo con sguardo sempre aperto al nuovo, del coltivare conoscenze diverse e dell’importanza di porre domande. Tanto più oggi – conclude Dazzi – che siamo chiamati a confrontarci con il cambiamento climatico e la transizione energetica e che possiamo proprio affrontare grazie alle invenzioni, intuizioni e scoperte di Alessandro Volta, che non a caso abbiamo definito un precursore della sostenibilità. Senza dimenticare che sono oggetti anche belli, spesso di straordinario design, a loro modo opere d’arte da collezionare e ammirare”.
Le collaterali DI MERCANTE IN FIERA
“Dal disegno all’archivio: gli originali della collezione Fontana” vuole essere un tributo alle Sorelle Fontana. Nata dalla collaborazione con CSAC-Centro Studi e Archivio della Comunicazione, l’esposizione ha l’obiettivo di raccontare, attraverso una selezione di disegni tra gli oltre 6.000 figurini conservati in archivio, la creatività di queste celebri protagoniste dell’Alta Moda Italiana, svelando attraverso la loro storia anche l’evoluzione del gusto e le trasformazioni del costume. L’esposizione è ospitata nel padiglione 7, dove si svolge in contemporanea Art Parma Fair, sezione dedicata ad Arte Moderna e Contemporanea.
“Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena”(pad.4), a cura di Giosuè Boetto Cohen. Un percorso ad immagini tratte dall’archivio di pellicole realizzate dal fotografo piemontese Adriano Scoffone (1891-1980) che immortala la sfida automobilistica Cuneo-Colle della Maddalena delle edizioni 1925, ‘26, ‘27 e 1930.
“Number 8: collezione Fiere di Parma – Otto opere per una nuova Collezione d’Arte” (pad. 4). Si va dagli scatti di Camilla Borghese e Laetitia Ky, di Maddalena Barletta e Regina Anzenberger passando per Santi Caleca, Gianpiero Fanuli, tutti entrati nella collezione privata di Fiere di Parma.
Mercanteinfiera in numeri
In mostra 1000 espositori (di cui 20 % stranieri) distribuiti in quattro padiglioni su una superficie espositiva di 40mila mq. In arrivo 5000 buyer provenienti da USA, Francia e Cina segno che il salone è a pieno titolo ormai una tappa imprescindibile nelle agende mondiali. Risultati non casuali quelli di Mercanteinfiera, frutto di una strategia di lungo respiro che ha saputo rinnovarsi, rispondere alle nuove tendenze del gusto, rendendo oggi il salone attrattivo per diversi pubblici, giovani inclusi.
Mercanteinfiera, l’arcipelago delle rarità tra antiquariato, design storico, modernariato e collezionismo vintage
E’ il pezzo unico la vera cifra distintiva di Mercanteinfiera, uno spazio dove non è inusuale scovare un bassorilievo fiorentino del ‘700 a fianco di un raro ventaglio dei primi del ‘900 da atmosfere burlesque. Il tutto magari poco lontano da un eccentrico porta profumi in opalina rosa del 1870 o da un quadro della famosa Sonia Delaunay, l’artista ucraina che rivoluzionò l’arte del Novecento con la forza del colore.
C’è il design storico-d’autore, quella produzione di mobili e complementi per la casa che va dal secondo Dopoguerra fino agli anni Ottanta e che fa riferimento a designer universalmente riconosciuti come “maestri”: Gio Ponti, Franco Albini, Iosa Ghini, Joe Colombo e Vico Magistretti solo per citarne alcuni. E poi il modernariato, quella serie di oggetti che sembrano essere stati abbandonati dal flusso della vita come vecchi giochi di inizio ‘900 o suggestivi album di fotografie a carillon.
A sfilare nei quattro padiglioni del polo fieristico, infine, l’antiquariato dal 500 all’800, gioielli, l’orologeria anche vintage (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Hublot) e la moda d’antan.
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