Da Cartier a Gio Ponti, dai Simpson a Guerre stellari. A Mercanteinfiera le infinite (e strambe) forme del cavatappi
In occasione di Mercanteinfiera l’appuntamento internazionale di antiquariato, design storico e collezionismo vintage di Fiere di Parma in programma dal 30 settembre all’ 8 ottobre in esposizione anche gli scatti “rubati” di Paolo Brillo alla star del rock Bob Dylan protagonisti della mostra “Stolen Moments” e il percorso visivo “Comunicare la moda: immaginari di genere, 1960-1980. Un percorso negli archivi CSAC”.
(Parma, 14 settembre) – “L’equipaggiamento indispensabile per un gentiluomo che viaggia con un bagaglio leggero”, così lo definiva Ambrose Bierce, scrittore statunitense del secolo scorso.
Il cavatappi (cavaturaccioli o tirabusciò) è stato fin dalla registrazione del brevetto nel 1795, un oggetto irrinunciabile per ogni nobildonna o nobiluomo di tutto rispetto: i cavaturaccioli venivano commissionati dagli aristocratici ai migliori artigiani delle corti, che producevano così veri e propri capolavori in oro, argento, osso e in avorio. L’occasione migliore per esibire questi pregiatissimi oggetti non erano solo i banchetti, ma data la loro ricercatezza, i cavatappi erano veri e propri accessori da sfoggiare durante gli incontri mondani: le donne le portavano come ciondolo e gli uomini li incastonavano nei bastoni da passeggio o nella catena dell’orologio da taschino.
Se il primo a piantar viti e a berne il nettare, sarebbe stato, secondo la tradizione, Noè appena scampato al diluvio delle acque, il primo a disegnare un cavatappi sembrerebbe Leonardo Da Vinci, che nel Codice Atlantico, oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana, ci lascia una serie di schizzi.
Quegli studi sono forse databili al periodo milanese tra il 1482 e il 1499, quando l’inventore, alla corte di Ludovico il Moro con la carica di maestro di feste e banchetti, cominciò a studiare un sistema per introdurre tappi di sughero nelle bottiglie, allora poco utilizzate.
Al genio di Leonardo si sussegue una lista infinita di inventori, progettisti e designer che hanno immaginato e progettato migliaia di cavatappi dalle forme e meccanismi più diversi.
Una selezione di cavatappi sarà esposta alla 42esima edizione autunnale di Mercanteinfiera dal 30 settembre all’8 ottobre, a Fiere di Parma nella mostra dal titolo “In vino veritas: le infinite forme del cavatappi”, organizzata in collaborazione con i Musei del Cibo di Parma e Giancarlo Gonizzi, Direttore e curatore della mostra.
All’ombra di un cavatappi gigante si potranno ammirare le opere di celebri designer come Gio Ponti, Carlo Gemelli e Alessandro Mendini (in mostra i suoi iconici Sandro M. e Anna G.). Ma anche le creazioni di stilisti, come Cartier, Christofle e Ralph Lauren o i cavatappi di case automobilistiche da Bugatti a Porsche.
Nel complesso un tripudio di 170 esemplari di colori e fogge inusuali: libellule e fenicotteri, pescecani e pesci martello, gufi e pipistrelli ma anche un Napoleone corrucciato, il tenebroso Darth Vader di Guerre stellari, il surreale Krusty della serie I Simpson e l’ineffabile Topolino.
Le altre mostre in programma sono “Paolo Brillo.Stolen Moments. Bob Dylan and Other Music Icons” realizzata in collaborazione con la Galleria di Milano Antonio Colombo Arte Contemporanea. In esposizione 40 scatti “rubati” da Brillo al cantautore americano letteralmente pedinato per circa 30 anni di concerti. Infine Comunicare la moda: identità, trasformazione e immaginari di genere (1960-1980)” in collaborazione con Archivio CSAC”, un percorso visivo curato da Lucia Miodini.
Restano però l’antiquariato, il design storico, il modernariato e il collezionismo vintage l’anima di Mercanteinfiera meta di quel collezionismo eclettico, che ignora le classificazioni a favore di un accostamento inedito e audace tra opere e oggetti e che fa del salone un punto di riferimento internazionale per cacciatori di rarità ( oltre 5mila buyer attesi provenienti da tutto il mondo e 50mila visitatori).