Happy Days, a Mercanteinfiera un viaggio tra i jukebox
Cinquant’anni dopo la serie cult americana, il jukebox è diventato un oggetto di design.
(Parma, 13 febbraio 2024) – Un vecchio jukebox, luci a neon intermittenti dai colori vivaci, un disco in vinile a 45 giri, un gruppo di amici che si danno appuntamento nel locale Arnold’s di Al Delvecchio per ballare, suonare, passare del tempo assieme la sera o durante le feste. Chi non sta già cantando il motivetto?
Esattamente cinquant’anni fa andava in onda la prima puntata di Happy Days, la serie cult di Garry Marshall che ha contribuito a creare oggetti-simbolo portatori tutt’oggi di un immaginario leggero, frizzante e vivace dell’America degli anni Cinquanta. Tra questi: i jukebox, oggi oggetto d’arredo o da collezionismo per gli amanti del fascino dei tempi passati.
Si potranno trovare dal 2 al 10 marzo, alle Fiere di Parma, a Mercanteinfiera il salone dedicato ai cacciatori di memorie che accoglie all’interno dei suoi 40 mila metri quadrati il mondo dell’antiquariato, del modernariato, del design storico e del collezionismo vintage.
Il 15 gennaio 1974 alle otto di sera, sulla ABC, iniziava la storia della famiglia Cunningham, Arthur «Fonzie» Fonzarelli, Ralph Malph, Warren Weber e in generale di quell’America anni Cinquanta fatta di rock’n roll, gonne a ruota, buoni sentimenti farciti di giubbotti di pelle, motociclette e drive-in. In Italia arriverà nel 1977. Una serie, quella di Happy Days, senza età, che ha accompagnato più di una generazione: una soffiata sulle nocche alla Fonzie, una monetina, un colpetto deciso sul vetro del jukebox e la magia era fatta. La musica poteva partire.
Il jukebox dagli anni Trenta agli anni Settanta, ha visto una vera e propria evoluzione in termini di design, funzionalità, tecnologia ed è entrato sempre di più a far parte della vita delle persone coinvolgendo un pubblico eterogeneo, spaziando dai teenager amanti del rock di Elvis Presley agli appassionati di musica melodica.
Che fine hanno fatto i jukebox oggi? Li ritroviamo come oggetti d’arredo nei locali, nei negozi, così come nelle abitazioni private con tutta la loro forte carica nostalgica e ovviamente a Mercanteinfiera.
Le collaterali
A Mercanteinfiera si potranno ammirare anche tre mostre collaterali che abbracciano i temi della gioielleria, della moda e del motor racing.
“Gioiello Maschile: dallo splendore settecentesco al glamour genderfluid”, a cura di Mara Cappelletti, sarà la mostra dedicata alla gioielleria maschile e di come le tendenze, gli stili, le mode e la dimensione comunicativa del gioiello siano evolute dal Settecento ad oggi.
“Wake Up! Dreamsigners: Design Matchmaking” vedrà in esposizione 36 progetti legati al tema della sostenibilità, intesa come nuovo approccio alla produzione e alla progettualità.I progetti sono realizzati dagli studenti del corso “Lifestyle and Fashion”, provenienti da 16 diversi Paesi. La collaterale è coordinata per il Politecnico di Milano Scuola del Design dai docenti Arturo dell’Acqua ed Eugenia Chiara e per Wake up da Giulia Brighenti e Francesca Rossi e realizzata in collaborazione con le Università cinesi, Beijing Institute of Fashion Technology e Jingyan.
“Revival: Goodwood VS Maranello“, invece consiste in una raccolta di scatti di Uli Weber in cui ritrae la celebre corsa di auto d’epoca Goodwood Revival, organizzata nel West Sussex dal duca di Richmond, richiamando emozioni adrenaliniche, ma anche nostalgiche di un’era di sofisticata eleganza.
Sabato 2 marzo sarà disponibile una visita guidata con i curatori per i giornalisti tra le 17 e le 18, oppure anche domenica mattina.
Il salone rimane, con i suoi 1000 espositori e oltre 50mila visitatori a edizione, un punto di riferimento per il mondo dell’antiquariato del modernariato, e del design d’autore firmato da designer universalmente riconosciuti come “maestri”: Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini, solo per citarne alcuni.
A sfilare nei padiglioni del polo fieristico anche i gioielli antichi, le grandi firme dell’orologeria da collezione (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Hublot) e tutto l’arsenale seduttivo della moda d’antan da Coco Chanel a Versace, da Gucci a Hermès.