Mostra collaterale 22a Edizione
A cura di Mario Gerosa
I manifesti dei film di Anton Giulio Majano, il re dei teleromanzi
L’esposizione rievoca, attraverso manifesti, locandine e fotobuste, la carriera cinematografica di Anton Giulio Majano (Chieti, 1909-Marino, 1994), noto soprattutto come autore di sceneggiati televisivi che hanno fatto epoca, ma qui presentato nella veste di regista di film.
Il nome di Majano ha un significato importante e profondo per chi ha vissuto, come telespettatore, la grande stagione della televisione italiana degli anni ’60 e ’70. Majano ha firmato alcuni dei grandi capolavori di quel periodo: ha fatto commuovere gli italiani con La cittadella, li ha coinvolti con le avventure di David Copperfield, li ha visti partecipare ai drammi di E le stelle stanno a guardare.
Majano, che si è destreggiato con grande abilità negli snodi della storia, reinventando il Medioevo della Freccia nera, il senso della decadenza della Mitteleuropa in Due prigionieri, il Settecento britannico del Signore di Ballantrae, è stato egli stesso un personaggio al crocevia dei tempi, un uomo capace di creare potenti raccordi tra il passato e il presente, tra il cinema neorealista e la televisione, tra la grande tradizione del melodramma e le premesse della docufiction. Capace di orchestrare trame complesse, da dipanare per ore e ore, scavando nella psicologia dei personaggi, raccontandone le loro più intime pulsioni, con una regia meticolosa e confidenziale, Anton Giulio Majano attraverso la finzione descrisse anche la realtà, arrivando persino ad abbattere i confini tra cronaca e narrazione, come accade ne I figli di Medea, che all’epoca fece scalpore e si guadagnò le prime pagine dei giornali.
Nell’esposizione però è protagonista Anton Giulio Majano regista di cinema.
In mostra vengono presentati manifesti e locandine dei seguenti film:
Vento d’Africa (1949), L’eterna catena (1951), La domenica della buona gente (1953), Una donna prega (1953), Cento serenate (1954), La rivale (1955), Terrore sulla città (1956), Il padrone delle ferriere (1958), Lui, lei e il nonno (1959), Seddok (L’erede di Satana) (1960), I fratelli corsi (1961).
I manifesti esposti permettono di ripercorrere tutta l’opera cinematografica di Majano, da Vento d’Africa fino ai Fratelli corsi. Manifesti di grande formato e set di fotobuste delineano una panoramica dei film diretti da Majano, evocandone le scene più famose.
L’esposizione comprende anche numerose riviste d’epoca, dai giornali degli anni ’30 e ’40 (Excelsior, Cinema, La Lettura) su cui Majano esordì come scrittore e critico cinematografico, fino ai numeri di riviste dedicate al mondo della televisione con interviste al regista.
Manifesti e riviste provengono da una collezione privata.
La mostra è curata da Mario Gerosa, studioso di cinema e di televisione, autore del libro “Anton Giulio Majano. Il regista dei due mondi” (Falsopiano, Alessandria, 2016).